“Con il talento si vincono le partite, ma è con il lavoro di squadra e l’intelligenza che si vincono i campionati”. C’è forse frase più indicata del celeberrimo aforisma di uno dei più grandi sportivi della storia, Michael Jordan, per descrivere la Vigor Perconti di Luigi Miccio? Probabilmente no. L’abbiamo scritto e detto tante volte: questa squadra è tutta mentalità, concentrazione, disciplina, sacrificio, unione. Prerogative non fondamentali, di più. Perché nella cavalcata che l’ha portata sul tetto del Lazio, diverse erano le squadre più tecniche, più attrezzate, più talentuose della Banda Miccio. Ma alla fine il fattore che ha fatto la differenza, l’aspetto che l’ha lanciata in orbita, è stato quello mentale. Dopo tutti gli sforzi profusi in una stagione già indimenticabile, ora c’è un altro appuntamento da non fallire. Giovedì 23 giugno parte la Final Six di Cesena, comincia la caccia allo Scudetto in terra romagnola: il primo avversario è ostico, si tratta dei veneti della Liventina, tra i favoriti. Poi toccherà ai padroni di casa del Forlì. Ma nei momenti decisivi la grande squadra di Colli Aniene si esalta: ora più che mai servono i blaugrana delle grandi occasioni.
Testa e cuore Siamo al momento clou. Dopo un campionato di altissimo livello per costanza ed impegno, dopo dei playoff semplicemente incredibili ed un triangolare nazionale assolutamente perfetto, i blugranata sono chiamati ad un altro enorme sforzo, all’ultima impresa. Serve gettare il cuore oltre l’ostacolo, serve mettere la gamba e usare la testa. E’ una questione di mentalità e carattere, c’è poco da fare. Ma la mentalità è affare di questa Vigor Perconti: sempre vincente, sempre accompagnata dal desiderio di migliorare, dall’obbligo di non mollare mai. Disciplina tattica, crescita tecnica, efficacia, coesione, coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti: nel corso dell’anno il collettivo di via Grotta di Gregna è cambiato moltissimo. Ovviamente in meglio. E quanto al carattere, questo gruppo ne ha da vendere: rispetto per tutti, paura di nessuno.
Lo scacchista “Dov’è il trucco?” si chiederanno alcuni. Facile, in panchina. Dove in teoria siede, perché in pratica macina chilometri - a tal punto sente ogni battaglia dei suoi pupilli - un grandissimo tecnico. Luigi Miccio è un perfezionista che si nutre di passione ed emozioni. Quella che mette in ogni suo gesto, in campo e fuori; quelle che fa vivere ai suoi ragazzi, agli appassionati, e che da loro riceve in cambio. La chimica tra Miccio ed il gruppo è elettrizzante: è il fratello maggiore dei suoi giocatori, li conosce a memoria, li stimola, li fa crescere. Ha un collettivo dalle enormi potenzialità e riesce a farlo rendere al massimo, a farlo giocare con accortezza, personalità, fame. Nei playoff, soprattutto in finale regionale contro la Lodigiani, abbiamo assistito a veri e propri capolavori di contrapposizione tattica; nel triangolare ha provocato un approccio ideale della sua formazione alle due sfide, con quella di Gubbio che resta probabilmente la miglior prestazione in stagione. E’ un allenatore che cura ogni dettaglio, e la squadra ha risposto con i risultati: 21 vittorie consecutive sono un dato fuori dal comune. Chapeau Gigi.
Così in campo Ma ora c’è la Liventina di De Nardi, avversario tutt’altro che abbordabile. Contro i veneti di Motta di Livenza Miccio andrà sul sicuro: solito 4-3-3 tutto solidità ed efficacia. Linea difensiva con centrali all’unisono ed esterni chiamati ripetutamente alla doppia fase. Metronomo davanti alla difesa ed intermedi incursori, senza dare riferimenti. Esterni offensivi imprevedibili e centravanti totale. Dai Vigor, credici!
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